Eh, i poeti non sono attaccati alla terra come noi, vivono in altre dimensioni,
sono come fiori delicati, profumano di rosa, soffrono per amore e languono,
si struggono in gelide soffitte, sono giovani e malati, e palpitano.
Così, a caso, palpitano.
Ah, poeti delle antologie, falsi profeti che usate un rimario dove non v’è traccia di tutto quello che non attiene al vostro elevato sentire,
e declamate sempre “fanciulla”…”signora”…e mai “puttana”.
Un vero poeta era Gino, il figlio del fruttivendolo.
Mai scritto un verso, nemmeno mai letto se è per questo.
Aveva dieci anni, era il più grande della compagnia, un giorno rideva, e pareva non avrebbe più smesso. Hai visto i carabinieri?
Sono scesi dalla macchina e l’hanno chiusa! A chiave!
E giù a ridere. Un vero poeta, Gino.
Non è mettere in fila versi, o andare a capo a casaccio (come vedete qui sopra) che si fa poesia.
Poesia è andare incontro alla luce, e farsene attraversare e, come un prisma, mostrarne tutti i colori.
Noi li abbiamo cercati, i poeti.
Li abbiamo trovati. Con poche rose e molte spine. Ci si graffia, ci si può fare male con i poeti.
Sulle orme di Fabrizio De Andrè, abbiamo creato “Parole liberate: oltre il muro del carcere” e dopo undici anni vogliamo raccontare quello che abbiamo seminato, quello che abbiamo raccolto.
Dai diamanti non nasce niente
Testi e storie ispirati a Parole liberate: oltre il muro del carcere
Con Riccardo Monopoli voce recitante
e Francesco Salvadore voce, chitarra e percussioni
Testi Duccio Parodi
Associazione di Promozione Sociale “Parole liberate: oltre il muro del carcere”
Premio per poeti della canzone riservato alle persone detenute nelle carceri italiane
Produzioni Binario Vivo