L’argomento arriva a Shakespeare non direttamente da Omero. Fa piuttosto un giro trasversalissimo: ha il suo principio nel ciclo medievale del Roman de Troie, passando per il Filostrato di Boccaccio e per il poema cortese Troilo e Criseide di Chaucer.
La guerra di Troia dopo 7 anni stagna, i combattimenti sono sempre più pigri, Ettore s’annoia e decide di lanciare una sfida cavalleresca: a chiunque tra i Greci avrà il coraggio di affrontarlo in un combattimento “sportivo”, lui dimostrerà che la sua donna è di gran lunga più fedele di tutte le donne di Grecia. Be, che dire? Il ragionamento non fa una grinza! In questa tregua sboccia e sfiorisce l’amore tra Troilo, il più giovane dei figli di Primo, e Cressida la figlia dell’indovino Calcante; Ulisse e Nestore useranno questa tregua per stuzzicare Achille, pungerlo nell’orgoglio e costringerlo a tornare in battaglia.
Tutto in quest’idea di tregua, parola sempre attuale, che qui abbiamo declinato in chiave sportiva: le azioni che si vedranno in scena, gli accenti e i toni dei personaggi alluderanno sempre ai modi dello sport agonistico; i personaggi si distingueranno dai nomi sulle divise degli interpreti, così come nel calcio, nel basket, nel football americano.
Per il resto è tutto secondo la disposizione di Shakespeare: non il racconto della guerra, ma una tragicomica parodia della pace.
Troilo e Cressida
L’Iliade raccontata da Shakespeare
uno spettacolo de I Sacchi di Sabbia
con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano
Elementi scenici e costumi a cura delle classi di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, coordinate da Franco Venturi e Francesco Givone
produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi
in co-produzione con I Sacchi di Sabbia
con il sostegno di Mic, Regione Toscana
in occasione dei 30 anni de I Sacchi di Sabbia