Il Coccodrillo
Da Fedor Dostoevskij
Eccessivo paradossale, caustico e umoristico. Ecco a voi Il coccodrillo, tratto dall’omonimo e incompiuto racconto di Dostoevskij. Utilizzando il corpo come metafora e anticipando altre e più tremende metamorfosi novecentesche, l’autore ci accompagna in una riflessione attorno al concetto di verità, tratteggiando con sarcasmo il culto del profitto, l’ascesa della borghesia, la passione per i centri commerciali e il positivismo. Dostoevskij definì Il coccodrillo una birichinata letteraria scritta soltanto per far ridere, ma forse anche questa sua definizione era solo una… birichinata.
«… A quei tempi, nella Galleria di Pietroburgo, un certo tedesco faceva vedere a pagamento un autentico coccodrillo. Ecco la mia trama: un funzionario della città, prima di partire per l’estero, va con la giovane moglie e un suo inseparabile amico in Galleria e li conduce a vedere il coccodrillo. Questo funzionario è un piccolo borghese stupido e comicamente sicuro di sé. Poi il coccodrillo spalanca le fauci e inghiotte il nostro uomo senza che ne rimanga traccia. Viene però ben presto dimostrato che l’illustre personaggio non ha avuto a patire da quel cambiamento d’ambiente; anzi, con la sua solita sicumera egli afferma che nel ventre del coccodrillo ci sta benissimo…».
Fedor Dostoevskij – Diario di uno scrittore
Di e con Tommaso Taddei
Luci Antonella Colella
Produzione: GOGMAGOG con il sostegno di Regione Toscana/Sistema Regionale dello Spettacolo e con il sostegno di Giallo Mare Minimal Teatro e del Centro di Residenza della Toscana (Fondazione Armunia Castiglioncello – Capo Trave/Kilowatt Sansepolcro).