In un’altra vita
Cosa accade quando veniamo dimenticati? Quali sentimenti siamo costretti ad attraversare nell’attimo in cui ci accorgiamo che negli occhi e nella memoria di una persona che amiamo, o che abbiamo amato, non esistiamo più? Il ricordo si sgretola. Tutto si frantuma.
È un processo che avviene lentamente? Un dissesto improvviso? Siamo mai esistiti o è stata tutta un’illusione? Viviamo in un momento storico in cui la riflessione riguardo alla fine di una relazione è diventata parte fondamentale del dibattito pubblico e in cui l’educazione all’accettazione dell’abbandono e della perdita si fa sempre più urgente. L’iter di ricerca di questo lavoro parte da qui.
In un’altra vita vuole indagare lo sgretolamento dei sentimenti. Quel processo corrosivo e silente che avviene all’interno di una coppia, causa anche una società sempre più piena di stimoli esterni, capaci di amplificare le fragilità e i dissesti emotivi di una relazione, e che mette la coppia stessa non più al centro del vivere quotidiano, ma la marginalizza, almeno idealmente parlando, a surrogato dell’Io di ogni singolo individuo. Ma cosa resta di noi nel momento in cui – dopo molti anni di relazione – ci lasciamo? Qual è l’eredità identitaria del tempo che abbiamo trascorso insieme? Come possiamo accettare di essere dimenticati senza smarrire o, peggio ancora, brutalizzare noi stessi?
I protagonisti di questa storia sono Anna ed Elia. Quasi quindici anni insieme: un amore poco più che adolescente nato nei primi momenti della loro età adulta che si è alimentato, è cresciuto ed è sopravvissuto fino a quando, un giorno, Elia non ha guardato negli occhi Anna senza più riconoscerla. Io non so chi tu sia. Letteralmente. Nei ricordi di Elia, Anna sembra non esistere veramente più.
Questa sorta di realismo magico innesca una vicenda che fa della morte dei sentimenti, dell’identità e dell’abbandono i suoi temi principali. Tornano impellenti le domande iniziali: siamo mai esistiti? O è stata tutta un’illusione? In una sorta di Uno, nessuno e centomila, l’interrogativo sul chi siamo, se non attraverso lo sguardo dell’altro, si fa estremamente urgente e per Anna, come per chiunque, diventa necessario trovare una risposta per riuscire a lasciare andare un passato e un’esistenza che sembra ci abbiano dimenticati. Non necessariamente dobbiamo dimenticare a nostra volta ma, forse, abbiamo il dovere di imparare a esistere senza ciò che è stato, per riuscire a donare all’altro, ma soprattutto a noi stessi, la libertà di vivere un’altra vita.
Scritto e diretto da Federico Malvaldi
Con Daniele Paoloni e Veronica Rivolta
Costumi Marta Montanelli
Suono Leonardo Raspolli
Con il sostegno di Artesia Sicilia
Spettacolo vincitore del Festival Inventaria 2024